mercoledì 9 ottobre 2013

30 SETTIMANE DI LIBRI... QUESTO MARTEDI' APPUNTAMENTO CON TABUCCHI E I NODI DELLA SCRITTURA




Narrare deriva dal latino gnarus, conosciuto, noto;  i-gnarus, non conosciuto: igno-rare significa quindi non conoscere, non narrare.
Ci suggerisce Tabucchi che  "la figura di scrivano ad esempio in “Tristano muore”, deve essere assolutamente taciturno, è diligente, trascrive e viene persino maltrattato dal narratore, è uno scrivano che accetta la terribile condizione del protagonista di questo libro alla fine dell’esistenza, è uno scrivano che sa entrare in empatia non solo con la narrazione ma anche inempatia umana con chi, sentendo che la vita gli sfugge, ha bisogno di strapazzare, di entrare in conflitto con lo scrivano, che non reagisce, che accetta, perché conosce quale sia la sorte imminente".
 
Da qui prendo lo spunto per consigliare di indagare il mistero di "Dietro l'arazzo" di Tabucchi, insieme a Zelda write. Entriamo insieme  in  un'officina fatta di ispirazione e di tecnica, di slanci e di ripensamenti, di intuizioni e di errori in cui si produce un'opera d'arte.
 Questo piccolo e preziosissimo libro in forma dialogica ,serve a Tabucchi per esplorare  con precisione, fra ironia e malinconia, come  nascono le parole e diventano poesia, racconto, romanzo. Egli si domanda:" Quanto è legato ciò che scriviamo a ciò che siamo? La vita e la letteratura sono sullo stesso piano? E che cosa significa "raccontare la vita"? 
 
Le risposte - come sempre in Tabucchi - si intrecciano ad ulteriori domande. Lo scrittore interroga se stesso e chiede aiuto agli autori e alle opere amate:  Pessoa,  Rilk,  Conrad; i  miti classici , il  cinema di Fellini e di Kubrick; si affida alla  filosofia, a psicanalisi, la biologia e l'economia. Tutto questo per ricercare il senso più profondo del "fare letteratura", il nucleo  più nascosto: "Quello che mi interessava - dice Tabucchi - non era guardare le figure dell'arazzo, ma tutti i nodi e i fili che stanno dietro al tappeto". In altre parole "arrivare  a vedere e capire il "rovescio" della tessitura che è la scrittura. 
 
IL LIBRO

Dietro l'arazzo: conversazione sulla scrittura 

 Dietro l'arazzo: conversazione sulla scrittura

 Per Tabucchi esistono mille ragioni per fare letteratura, mille ragioni per scrivere.

 Si scrive per paura? Per coraggio? Per sentirsi vivi? Per allontanare l’idea della morte? Per credere in noi stessi? Per gioco? Per serietà? Forse perché la vita non basta. Credo che si scriva per questo e altre mille ragioni ancora. Forse, chi scrive, anche per tentare di capire meglio, vuole tentare di conoscere.

 

Antonio Tabucchi  ci invita a sollevare quell'arazzo che è l'intreccio della scrittura per capire ispirazione,  tecnica,  slanci e ripensamenti,  intuizioni e  errori con  cui si produce un’opera d’arte. In questo piccolo e prezioso libro in forma  dialogica, egli  esplora con precisione,   fra ironia e malinconia, il terreno su cui nascono le parole e diventano poesia, racconto, romanzo.
Quanto è legato ciò che scriviamo a ciò che siamo? La vita e la letteratura sono sullo stesso piano? E che cosa significa “raccontare la vita”?
 Le risposte – come sempre in Tabucchi – si affollano di ulteriori domande. Lo scrittore interroga se stesso e chiede aiuto agli autori e alle opere amate: da Pessoa a Rilke a Conrad, dai miti classici al cinema di Fellini e di Kubrick; chiama in causa la filosofia e la psicanalisi, la biologia e l’economia. Tutto alla ricerca del senso più profondo del fare letteratura, che è anche quello più nascosto: «Quello che mi interessava – dice Tabucchi – non era guardare le figure dell’arazzo, ma tutti i nodi e i fili che stanno dietro al tappeto». Arrivare, insomma, a vedere e capire il «rovescio». Ma è davvero possibile? O è soltanto un’illusione?


Le parole e le idee di uno dei più grandi scrittori europe, come leggiamo in un articolo su La Stampa, del secondo Novecento, involontario elogio della letteratura


ottimo spunto per chiunque s’interroghi sulla scrittura. - See more at: http://zeldawasawriter.com/2013/10/antonio-tabucchi-e-i-nodi-dellarazzo/#comments
APPROFONDIMENTI INTRECCI E  DIDATTICA

L'Arazzo di Bayeux è una stoffa ricamata proveniente dalla Normandia di altezza circa 50 cm e di lunghezza di circa 68 m e risalente alla seconda metà dell'XI secolo. Le rappresentazioni dell'arazzo descrivono gli avvenimenti che riguandano la conquista normanna dell'Inghilterra del 1066, in particolare la battaglia di Hastings.
La tapisserie de Bayeux è stato realizzato in lana di otto colori naturali su delle pezze di lino grezzo, confezionato tra il 1070 e il 1077 a Canterbury o nei dintorni, per decorare il palazzo vescovile di Bayeux. Essendo costituito da una serie di immagini distinte, molti storici lo ritengono un antenato del fumetto, in cui vengono presentati ben 126 personaggi e le scene sono commentate in latino. L'importanza dell'arazzo sta nelle informazioni che ci trasmette sulla società di allora, quale fosse l'abbigliamento dell'epoca, come erano costruiti i castelli, le navi utilizzate, ed altro
Nel 2007 l'UNESCO ha decretato l'inserimento dell'opera d'arte all'interno dell'Elenco delle Memorie del Mondo.

 ECCO QUI DI SEGUITO UN ECCEZIONALE DOCUMENTO: ANIMAZIONE E DIDATTICA VIVA



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