lunedì 14 luglio 2014

GIRO D'ITALIA LETTERARIO, GADDA , VIA MERULANA COL PASTICCIACCIO




GIRO D'ITALIA LETTERARIO, UNA TAPPA NELLA ROMA DELL'ESQUILINO, CON GADDA ED IL SUO MONDO POLIEDRICAMENTE INTRIGANTE

 Le motivazioni che  hanno spinto NOI DEL  GIRO D'ITALIA LETTERARIO ad interessarci  di Gadda,  nascono dalla lettura del  particolare romanzo Quer Pasticciaccio brutto de via Merulana pubblicato nella sua stesura definitiva nel 1957, editore Garzanti. La trama del romanzo appartiene al genere giallo ma la sua particolare struttura esce da quelli che erano all'epoca gli schemi classici del romanzo giallo.
Gadda pur ammettendo che il suo modello di giallo avrebbe rispettato di molto l'impronta di Conan Doyle, l'autore di Sherlock Holmes, esce dagli schemi classici con un finale senza colpevole. Un
romanzo incompleto si direbbe che affascina ed incuriosisce i lettori di oggi come quelli di allora. Molte critiche ma anche elogi furono formulati da scrittori dell'epoca e ancora oggi studiosi di
letteratura sono interessati allo scrittore.

Non posso   negare che Gadda sia un autore difficile; ma il punto, messo a fuoco dalla critica specialmente negli ultimi anni, è che la straordinarietà della lingua gaddiana – tale da giustificare l’invenzione del paradigma storico-stilistico che Contini chiama  «funzione Gadda» – fa ombra alla consistenza narrativa della sua scrittura. 
Credo occorra ripartire da lì per leggere (e probabilmente anche per insegnare) Gadda, da quella  stratificazione, perché dietro a ogni scarto lessicale – arcaismi, dialettalismi, forestierismi – si intravedono storie: della società in cui si inquadrano le vicende e dei personaggi coinvolti anche per un solo istante, un rigo o meno, nella macchina mimetica del narrare gaddiano. La complessità della lingua non è perciò la causa, ma la conseguenza della bulimia conoscitiva dello scrittore, che divora l’esperienza e ne restituisce i frammenti: brandelli di dialoghi, scorci descrittivi, cronache di fatti e persone. Per questo Gadda non è uno scrittore poco narrativo ma, all’opposto, è uno scrittore ipernarrativo;

Il critico  Contini, che pure ci ha fornito  le lenti formali con cui si è abituati a leggere Gadda, l’aveva compreso da tempo: 

«Il Gadda narratore rischia perfino di essere più temerario del Gadda stilista», nell’85, alla fine della sua Introduzione ad «Accoppiamenti giudiziosi»).




 ...QUI GADDA PRESENTATO IN MODO  PERSONALE ED AUTOREVOLE

Carlo Emilio Gadda, ingegnere con la passione per la letteratura e scrittore ossessionato dall’analisi delle cose del mondo (approccio  derivante probabilmente dalla sua prima professione), ci consegna dunque  un romanzo giallo inusuale. Il chiarimento dell’enigma e  la scoperta del colpevole, elementi imprescindibili per un’opera afferente a questo genere romanzesco, non sono riscontrabili nel Pasticciaccio, tanto che l’assenza di una soluzione è l'  unica certezza. Il tutto deriva dalla concezione che Gadda aveva del reale:  un groviglio inestricabile, un nodo impossibile da sciogliere perché troppo complicato, confuso e disordinato è il meccanismo che sottende la vita e i suoi elementi.

 COSA SI NASCONDE ... ??




Il romanzo Quer pasticciaccio brutto de via Merulana nasconde dietro il genere «giallo», e dietro il groviglio linguistico, tutta una serie di prospettive e visioni del mondo, che l'autore ci mostra  attraverso una scrittura sempre più ansiosa di conoscere, che si accavalla sugli oggetti e sui diversi personaggi man mano che si presentano. Il plot narrativo è quello classico dei romanzi «gialli», il commissario Ciccio Ingravallo, alter ego dell'autore, deve sciogliere il nodo di due delitti, avvenuti nel famoso «palazzo degli ori», in una prestigiosa via di Roma: un furto di gioielli e un assassinio, apparentemente non collegati tra loro. 
Durante le ricerche e i molti interrogatori,  la personalità del commissario va sempre più a coincidere con quella dell'autore, che si propone con una ricerca più profonda: un ordine da ristabilire nella realtà caotica e mutevole attraverso la scucitura di segni, anche i più impercettibili, delle cose e dei corpi dei personaggi.
 In questo modo la scrittura si adatta e si plasma seguendo il flusso dei pensieri del commissario, attentissimo ad ogni dettaglio, soprattutto fisico, dei possibili sospetti che ha di fronte. E nel Pasticciaccio, Gadda precisa che al commissario Ingravallo ciò che «premeva, [...], era più de tutto la faccia, il contegno, le immediate reazioni psichiche e fisiognomiche, diceva lui, degli spettatori e de li prottagonisti der dramma [...]». 
Il volto in particolare costituisce il momento fondativo di ogni espressione e movimento, incarna la sede delle emozioni più segrete dei personaggi del Pasticciaccio, riassume gli indizi che il commissario Ingravallo si accinge a scoprire.

 PERCHE' E' UN ROMANZO INCOMPIUTO ??


Sappiamo che  il Pasticciaccio non è compiuto e non poteva essere altrimenti per due motivi: innanzitutto benché esso si adatti e si sforzi di essere specchio della realtà, finisce per divenire un mondo a sé stante, con le proprie regole e le proprie vite, e ci si accorge di questo impasse dal momento che il commissario ha capito chi è l'assassino; in secondo luogo perché la ricerca di Gadda,  non trascura  i dettagli più piccoli, compie  una ricerca infinita, senza via d'uscita, ma con innumerevoli atre vie che si dispiegano dinnanzi alla scrittura.


 L'INSEGNAMENTO DI QUESTO ROMANZO...

Secondo me l'insegnamento più grande che questo autore ci ha dato , in un mondo che si presenta come un groviglio, in continuo mutamento per la dialettica soggetto-mondo, è che non bisogna mai arrendersi nella ricerca di uno scopo o di un ordine, perché proprio come il labirinto di Calvino,  l'importante è la sfida che si lancia al reale, anche se questo significa addentrarsi in un altro labirinto di monadi.

 UNA LETTURA SEMPLICE ???

 Una lettura  non semplice, anzi,   estenuante. Senza dubbio pesante . Io ho cercato di  cogliere  il messaggio più profondo che lo scrittore – ingegnere ci ha consegnato, il  bisogno smodato di parlarci di tutto quello che abita sotto la superficie delle cose, allora  il Pasticciaccio di Gadda ecco offrire  Carlo Emilio Gadda,   mutevole, ma  sempre più come un sistema aperto, nel quale confluiscono innumerevoli relazioni cucite tra loro come la tela di un ragno. 
Scopo dell'autore lombardo sarà sempre quello di scucire queste relazioni tra oggetto e soggetto, tra un io corporale ed un io coscienziale, tra mondo cosmico e mondo terreno, cercando di non farsi mai trascinare nel vortice, nascondendosi dietro un linguaggio, che riesce ad essere al tempo stesso gergale, tecnico-specialistico, aulico, basso-comico e sublime.












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