lunedì 7 ottobre 2013

RUBRICA VERDE DEL LUNEDI': L'AMBIENTE VERDE...CHI LO AMA CI SEGUA

I MOTIVI 

  Credo fortemente che amare la natura il verde che ci circonda sia  avere consapevolezza che vivere tutelando la Natura sia una necessità  per noi stessi, per il nostro benessere e la nostra salute.
Conoscere poi attraverso SCRITTORI E SCRITTRICI di ogni epoca quanto l'Ambiente sia stato celebrato in opere letterarie, ha potenziato il mio interesse ed affinato la mia ricerca.

E’ arrivato così il momento di iniziate QUESTO PERCORSO INSIEME...
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Inizio questa rubrica settimanale dedicata all'ambiente introducendo "Elizabeth and her German garden", Il giardino di Elisabeth,  assoluto bestseller del 1898, che superò gli autori allora alla moda: ” nel giardino Elisabeth legge, sogna, prepara la sua carriera di scrittrice. Nella cura delle piante e dei fiori, nella maternità, nel trascorrere delle stagioni, nella fuga della distruttività dei rapporti sociali..."
Elizabeth von Arnim scrisse 21 romanzi, era piccola, carina, elegante, spiritosa, colta; il suo primo romanzo  venne pubblicato anonimo nel 1898 ed ebbe tanto successo che Elizabeth rimase il "nom de plume" di Mary Annette.
Nel ricercare notizie sull'autrice mi è saltata all'occhio questa citazione:"

 "E' il giardino il posto in cui vado a cercare rifugio e riparo, non la casa (...) là fuori i doni del cielo mi si affollano intorno a ogni passo (...) è là che mi rammarico della cattiveria che c'è in me, di quei pensieri egoisti che sono molto peggiori di quanto sembri; è là che tutti i miei peccati e le mie stupidaggini sono perdonate, là che mi sento protetta e a mio agio, e ogni fiore, ogni erba è un amico e ogni albero è un amante".

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Notizie sulla sua vita ci raccontano che dopo qualche anno passato a Berlino con il marito, da lei denominato "l'Uomo di Rabbia", viene presa la decisione di sfruttare la residenza di campagna della famiglia. Ed Elizabeth, dopo aver scoperto quel luogo incantato, dallo splendido giardino, farà  pressione perchè la famiglia si trasferisca in campagna.

"Questo è più un luogo incolto e selvaggio che un giardino. Per venticinque anni non ha vissuto nessuno nella casa, e tanto meno nel giardino, ed è un posto così incantevole che la gente che avrebbe potuto viverci e non l'ha fatto, preferendo deliberatamente gli orrori di un appartamento in città, dev'essere appartenuta a quella schiera di persone senz'occhi e senz'orecchie di cui il mondo sembra per lo più composto. E senza naso, anche se non sta bene dirlo; ma la maggior parte della felicità che io provo in primavera è dovuta all'odore della terra bagnata e delle foglie novelle".

 Un giardino che ormai non esiste più ma che lei, una volta presa dimora lì, trasforma e plasma a suo gusto. Giardino luogo di lettura e passeggio, luogo di gioco con le figlie, le Bimbe d'Aprile, Maggio e Giugno. Il privilegio dell'ozio e del coltivare, oltre alla terra, le proprie passioni.

Consiglio  questo BLOG PAROLE IN PENTOLA    oppure un articolo da LA RIVISTA CULTURALE in cui si tratteggia come nel giardino di casa sua, Elizabeth solitaria, osserva le piccole cose godendo di quel piacere intimo che si trova nella quiete, nelle piante.

“In alcuni giorni molto speciali, divini, come oggi, ho effettivamente desiderato che ci fosse qualcun altro a godere di questa bellezza con me. Nella notte c’è stata la pioggia e tutto il giardino sembra cantare, non solo gli instancabili uccellini, ma anche le piante vigorose, l’erba e gli alberi sono felici, i cespugli di lillà – oh, quei cespugli di lillà! I fiori sono tutti usciti fuori oggi, e il giardino è intriso del loro profumo. Ne ho portato in casa a bracciate, raccoglierlo è un piacere, e ogni piatto e ciotola e vaso è pieno di gloria viola. I domestici pensano che ci sarà una festa e vanno svelti mentre vado di camera in salotto a guardare la dolcezza dei fiori, e le finestre sono tutte spalancate in modo da unire il profumo dentro al profumo fuori. I camerieri scoprono a poco a poco che non vi sarà nessuna festa e si chiedono perché la casa debba essere riempita di fiori per una donna da sola, e cosi bramo sempre di più per uno spirito affine – sembra così da avidi avere tanta bellezza solo per sé. Ma le anime gemelle sono molto, molto rare, così che quasi potrei accontertarmi di piangere con la luna. E’ vero che il mio giardino è pieno di amici, solo che sono muti”.

PERCHE' TRATTARE DI QUESTA AUTRICE E DEL SUO LIBRO COSI'SINGOLARE?




Qualche giorno fa ho avuto l'opportunità di visitare un dei più bei giardini che abbia mai ammirato - pur se nativa della zona tuderte e ora quasi stanziale in periodo di pensione- Il giardino si trova in località Monticello, nelle vicinanze di Todi, in una luogo  appartato ma che si apre a panorami che, a seconda della stagione, si ammirano  tra la nebbia o  sotto il sole.


Come si legge , in un sito dedicatodue "inesperti giardinieri", Gabriella e Gerardo Lizza hanno  trasformato con tempo, passione, studio e lavoro quella zona  che una volta erano campi coltivati
UN ANGOLO DEL GIARDINO
COME E' NATO IL GIARDINO?

E' un  giardino dalla vista d'insieme scenografica che si coniuga con la  passione per la botanica e il giardinaggio.
La signora di  Monticello, Gabriella, così si racconta  in un articolo scritto per il sito dell'Associazione "Giardini aperti":  "Una rosa mutabilis sulla strada, un piccolo viale fra due campi di ulivi, un grande ciliegio, una casa di campagna sulle colline dell'Umbria. E poi il giardino, nato su quello che era un campo di grano, attraverso un percorso lento iniziato dal casuale incontro su una bancarella con il libro di Vita Sackville West (1)"

 Il libro illustrato del giardino
 Vita Sackville-West (1892-1962) è per la maggior parte degli amanti del Verde una straordinaria scrittrice di giardini ed ecco la nuova edizione italiana della quinta raccolta dei suoi articoli giornalistici , Il libro illustrato del giardino, a cura di Robin Lane Fox (Elliot edizioni, traduzione di Marta Suatoni, illustrazioni di Freda Titford, fotografie realizzate a Sissinghurst di Ken Kirkwood), un libro da tenere nello scaffale più in vista che si sia o meno appassionati di piante.
Per l'aristocratica Vita Sackville-West il giardino del castello di Sissinghurst fu un'opera d'arte, come scrive Claudia Gualdana in  Eva e la rosa, Vallecchi, Firenze

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 e ci rammenta come nella sua corrispondenza privata Vita citava fiori con naturalezza e con ogni pretesto, o  raccontava di paesaggi visti nei suoi viaggi, o del suo giardino, il celebre Sissinghurst. A Virginia Woolf, la più importante scrittrice del circolo di Bloomsbury  scrisse che stava preparandole un piccolo giardino in una ciotola da semi, con rocce piccolissime e la celebre scrittrice Virginia Wolf ne rimase incantata.


 Ed ecco come , Gabriella, la Signora di Monticello

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MONTICELLO  (2)
sia rimasta colpita  dai  riferimenti poetici e dall'aurea romantica, delle " mimose al vento che si muovono come soffici anatroccoli" , o dai  consigli su come curare le piante e come progettare giardini, soprattutto dal  suo famosissimo giardino bianco, etereo, lunare e virginale, ai giardini bi o tri colore.

 
La lettura di questo particolare libro  scandito in capitoli che corrispondono ai mesi dell'anno, con disegni di Freda Titford, mostra i fiori di Vita che  compongono un calendario amoroso, dove i gigli Kaffir, le lobelie e le mimose persiane sono i protagonisti di una fantastica  commedia. E si impara che l'iris predilige «il pacciame e la sabbia», che le aquilege si incrociano tra loro «con un senso morale che lascia a desiderare».
"Fare" un giardino come lo desideriamo e che rispecchi la nostra personalità, ce lo insegna Vita, non è un banale passatempo ed oggi il suo  giardino bianco è diventato una tendenza che forse ha ispirato anche il giardino di Monticello o altri giardini del territorio umbro. 
 La nostra Vita consigliava di usare "la tavolozza completa della natura...è divertente fare giardini monocolori, ma se pensate che un solo colore possa essere monotono, usatene due, anche tre, sempre che i colori siano felicemente accostati, il che talvolta è cosa più facile da ottenersi con le piante che con gli uomini»
 
E Gabriella Lizza dal sito ci racconta ancora del suo giardino scenografico:"  L'amore per la lettura si è unito a una visione scenografica degli spazi, in alcune parti raccolti e avvolgenti, in altre aperti sulla campagna e sui boschi circostanti. Ogni area ha una sua caratteristica. In una prima zona spiccatamente primaverile fioriscono prunus, peonia, wisteria, syringa e spiraea. Scendendo dal portico si arriva al cuore del giardino: un prato dominato da un tiglio e circondato da piante in grado di offrire interesse durante tutto l'anno: malus da fiore, punica granatum, philadelphus, iris. Ovunque una profusione di rose, dalla gigantesca Fantin Latour, alla prediletta M.me Carrière, agli ultimi arrivi Generale Shablikine e Le Vesuve.
 


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(1)Per quindici anni, ogni settimana, 810 in tutto, Victoria Sackville-West -  ribattezzata «Vita» dalla madre - una donna che amava le donne, scrisse di giardini e piante il sabato, sulle pagine del quotidiano Observer.


 (2)   Monticello: antichissima proprietà della famiglia Astancolle, fu così chiamato in quanto si trovava sopra un piccolo colle (monticulus). Nel 1426 vi si rifugiarono i peggiori fra i ghibellini degli Astancolle, mentre nel 1499 ospitò i seguaci di Altobello Chiaravalle, rischiando così la distruzione da parte della città di Todi. La torre è ancora quella dell'epoca

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